martedì 28 maggio 2013

Fotografare l'invisibile...


Macchine fotografiche che immortalano l'invisibile o che possono vedere attraverso i vestiti: potrebbero non essere lontane grazie a una nuova tecnica di scansione che permette di ottenere immagini 3D su una banda di lunghezza d'onda più larga rispetto agli attuali metodi. Descritta sulla rivista Science, la tecnica è stata messa a punto da un gruppo di ricerca britannico coordinato da Baoqing Sun dell'università di Glasgow.Il metodo consiste nell'illuminare l'oggetto da fotografare con un fascio di luce e nel raccogliere la luce riflessa con un rivelatore a singolo pixel. Il procedimento viene ripetuto da diverse angolazioni fino a quando viene ricostruita l'intera immagine 3D. Come accade per il sistema visivo umano, anche nei dispositivi artificiali le immagini vengono catturate in due dimensioni e per farle diventare tridimensionali è necessaria un'elaborazione successiva.

Per fare questo le attuali tecniche di scansione in 3D richiedono costosi componenti ottici, come lenti e laser. Inoltre, queste tecniche possono essere applicate solo a specifiche bande di lunghezze d'onda, limitando il loro utilizzo. In questo caso invece il metodo è molto semplificato e non necessita di lenti.

''E' la prima dimostrazione di 'imaging' in 3D usando l'idea di strutturare la luce e misurare con strumenti che hanno un solo pixel. L'idea era stata dimostrata in 2D, ma mai in 3D'', ha osservato l'italiano Daniele Faccio, dell'università Heriot-Watt di Edimburgo, commentando la notizia nello stesso numero di Science. Anche se, rileva Faccio, questo esperimento ha ancora molte limitazioni: la procedura richiede alcuni minuti per ricostruire una completa immagine in 3D e l'oggetto deve rimanere perfettamente immobile, tuttavia dimostra che ''è possibile estendere una tecnica nota per ottenere informazione 3D che è molto più ricca rispetto al caso 2D''. Secondo l'esperto la tecnica apre inoltre la possibilità di ottenere nuovi tipi di fotocamere, anche in 3D, che possano vedere attraverso i vestiti o raccogliere informazioni invisibili all'occhio umano perché funzionano su lunghezze d'onda, come il terahertz, che l'occhio non può vedere

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